Le mie due figlie hanno alcune interessanti differenze tra loro, ci sono 10 anni tra loro, hanno due caratteri piuttosto diversi, hanno due padri diversi. La grande e’ figlia del mio ex marito, la piccola del mio compagno.
Ma alla faccia di tutti i manuali sull’allevamento dei figli ricevono regole diverse, e non solo per via della diversa eta’ anagrafica.
Secondo le teorie diffuse i figli vanno allevati in modo analogo, senza compararli, usando registri similari.
Ma in una famiglia ricostituita, questa modalità di crescere i figli diventa ancor più improbabile.
I figli, di uno dei due membri della nuova coppia, nati nel primo matrimonio/convivenza resteranno testimoni e portatori di vecchie
regole, comportamenti, legami affettivi che chiedono cittadinanza.
E che devono essere integrati in una nuova famiglia in formazione.
Aggiungo che non solo i figli arrivano con una storia “alle spalle” ma anche i membri della nuova coppia, e sono li’ a ricontrattare le regole e il loro sapere “essere/fare” famiglia.
Alcune regole adottate nella prima famiglia e in particolare quelle con i figli della precedente relazione, vanno tenute o modificate in parte, sia perché appartengono storicamente alla prima famiglia, sia perché l’altro genitore resta sulla scena a chiedere conto dell’allevamento di suo/a figlio/a (anche in situazioni con conflittuali).
Al tempo stesso il nuovo nucleo ricostituito e a strati, inventa, crea, discute le sue regole meticciandole o meno con queste ora descritte.
Lo stesso meccanismo funziona con gli affetti, la famiglia precedente con le sue parentele non scompare necessariamente, e in maggiore ragione per il figli, l’ex (marito/moglie) resta il genitore per il figlio della prima relazione, e poi seguono nonni, zii, cugini, parenti acquisiti che tengono forti legami affettivi con il bimbo/a …
E nella nuova famiglia queste presenze (o a volte le assenze) incidono e devono trovare un luogo e uno spazio adatto, così bisogna ridefinire ulteriori confini, regole e legami …
Qualcuno si riconosce in questo?
Irene ha detto:
Non direttamente, ma leggendoti ho sentito l’eco di tante storie che incontro quando, per professione, incontro i genitori. Credo assolutamente nel valore delle differenze e della ricchezza di esperienze che si possono incrociare, come dici anche tu, meticciandosi. Credo allo stesso modo che questo comporti però una maggiore attenzione e una maggiore cura delle relazioni e dei loro possibili intrecci (anche quando sono assenti). Sabbiamo bene che la differenza e la pluralità possono essere grandi ricchezze, ma se non vengono “governate” ho idea che, soprattutto per i bambini e i ragazzi, possano alimentare il senso di caos e di confusione in cui già siamo ampiamente immersi tutti noi, anche adulti.
pontitibetani ha detto:
Hai ragione, Irene, ed in più io direi le stesse cose se parlassi proprio solo in base alla mia esperienza professionale. Lavorando da anni con i minori e le loro famiglie, spesso nuclei ricostituiti, con in più le difficoltà socioeconomiche e culturali che si portano dietro, ho osservato appunto quelle fragilità e quelle confusioni ridondanti.
Eppure vivendo la stessa esperienza, in prima persona, riesco a cogliere anche alcune possibilità che prima non vedevo, posso avere lo sguardo “sgombro” del genitore che investe in un nuovo progetto di famiglia, nelle sue parti da sgrezzare, nelle definizioni di spazi e ruoli da trovare, nelle leggerezze degli affetti, nella ridondanza dei legami che si producono.
La confusione, talvolta sembra essere più un problema esterno, ciò che gli altri vedono. Mentre all’interno, il progetto appare più chiaro e la strada che si sta facendo pure.
Io e il mio compagno, pure nelle grosse tensioni e incomprensioni, abbiamo scoperto quanto sia faticosa questa famiglia e abbiamo spostato in la’ certe riuscite, guardandole in una prospettiva diversa. C’è ancora un sacco da fare … E’ vero!
mariziller ha detto:
Ciao Monica,
complimenti e in bocca al lupo. Sono molto felice che tu abbia deciso di dedicare uno spazio fisso a quella famiglia ricostituita che spesso faceva capolino nei post e nei commenti. Ho tanta voglia di un posto dove si prova a parlarne assieme da genitori part time, senza quello sguardo appunto “istituzionale” e spesso un pò, passatemi il termine “precotto”. Conta sulla mia partecipazione, un abbraccio
mariangela
pontitibetani ha detto:
@mariziller …bene!
sono contenta che tu sia arrivata qui.
il blog è lento a partire ma ora gli darò una botta di energia.
comunque per le quasi famiglie, famiglie ricostituite o similia c’è poco in giro.
e io ero stufa di sentire le solite minestre.
la rete ha il vantaggio di costruire qualcosa che prima mancava (mi) mancava… e a quanto vedo non sono la sola …
per cui davvero benvenuta!!
🙂
Claudia-cipi ha detto:
E per la nuova famiglia che si cosctruisce dove il bimbo non abita, ma visita solo un giorno a settimana (o due ogni 2 settimane, a second degli accordi), il problema è far capire ai nuovi nati perchè mai le regole che per loro sono ferree per l’altro fratello/sorella in visita invece magicamente spariscono… e non è facile, soprattutto con i bimbi piccoli.
Soprattutto se il fratello/sorella in visita si approfitta da sempre della sua situazione per ottenere di fare tutto quello che vuole attraverso facili e deprecabili ricatti morali. (se non mi lasci rompere i mobili io da te non ci vengo più, e il cuore di papà cede ed acconsente a tutto)
pontitibetani ha detto:
Infatti non è facile, qui abbiamo il problema contrario è la figlia grande che va a casa del papà, e quando torna dal we e dalla vacanza si comporta come una adolescente provocatrice, e mette alla prova la nostra resistenza. O la mia resistenza, anche emotiva, perchè a casa del papà alcune cose sono più facili o divertenti, vacanze, we viaggi.
E qui incontra invece cose fastidiose e noiose come la quotidianità, i compiti, la scuola ….
Immagino che abbiamo un effetto speculare, di figli propri o altrui, che negli spostamenti testano la resistenza di regole, e poi tentano di importarle dove vivono di più.
Mi immagino il bimbo del tuo compagno che, candidamente, torna dalla mamma dicendo: “sai da papà è tutto bello, faccio quello che mi piace!!! non come qui che ci sono i compiti … etc etc etc ”
La fatica stranamente simile, tua e mia, mamma io e compagna tu, con un ruolo nuovo di figura “educativa” part time è di governarne atteggiamenti di bimbi che ottengono dal papà (non “affidatario”) molta più libertà che noi donne/mamme ci troviamo a dover ribadire!!
E a me la figura di Cerbero, di quella che dice così tanti no, non piace sempre!!!!
Che ne dici??